Il Circuito della Superba

Cari Soci, cari Appassionati,

quando nello scorso Novembre, malgrado il protrarsi delle difficolta sanitarie e animati da un sano ottimismo, decidemmo di impostare il Calendario Eventi 2021, eravamo consapevoli che molti di questi, soprattutto quelli della prima parte dell’anno, avevano un’elevata probabilità di annullamento.

E’ per questo che, nella speranza che l’Estate si porti via gran parte dei rischi collegati al Covid, avevamo inserito, nelle giornate 24-25-26 Settembre, la “Rievocazione Storica del Circuito della Superba” riservata, come in passato, ai veicoli anteguerra.

Noi ci stiamo impegnando per realizzarla; vi invitiamo quindi a tenere bene a mente queste date nella speranza di poter finalmente accendere i motori!

Nel frattempo, per tener vivo l’argomento, vi intratterremo per qualche settimana con la storia di quello che fu il vero Circuito della Superba”.

Il Circuito della Superba

Prima parte: Organizzazione travagliata

Testi di Christian Serrati e Carlo Guastavigna

Le origini

L’idea di dare alla città un proprio circuito automobilistico era nell’aria da tempo, e già nel 1928 l’Automobile Club di Genova aveva programmato la manifestazione.

Ma le difficoltà da superare erano tante: prima fra tutte quella della scelta del percorso, cosa non facile per una città come Genova dove le strade spaziose, centrali, di facile accesso e non vitali per la circolazione ordinaria erano scarse, per non dire quasi del tutto assenti.

Il pensiero degli organizzatori andò subito a Corso Italia. Ma problemi di carattere tecnico compreso lo stato poco ideale del fondo stradale, uniti alle difficoltà di formare un idoneo gruppo di organizzatori che assumesse la completa responsabilità della manifestazione, fecero rientrare l’idea; e per molti anni il progetto cadde nel dimenticatoio.

Gli unici a mostrare segni di impazienza furono gli sportivi e i corridori genovesi che non sopportavano la latitanza della loro città dalla corrente estesa in gran parte del paese a favore dei circuiti cittadini; questi avevano la prerogativa di meglio rispondere alle esigenze tecniche e spettacolari rispetto alle tradizionali e molto diffuse corse in salita. Era evidente come solo un circuito da ripetersi svariate volte permettesse alla gran massa del pubblico di vivere tutta la corsa senza sottoporsi ad eccessivi spostamenti, e senza perdere il contatto coi propri beniamini.

Il progetto fu ripreso soltanto nel 1934, con vari sopralluoghi nell’intento di creare un circuito appropriato, vario ed in grado di rendere la manifestazione completa in tutti gli aspetti.

Occasione mancata

L’allora direttore della sede di Genova del R.A.C.I., avvocato Cataldo, diede grande impulso all’idea e nel 1935 venne definitivamente varata l’organizzazione del “1° Circuito Automobilistico della Superba”, prova valevole per il Campionato Italiano Assoluto di Velocità, da disputarsi in Ottobre con le macchine tipo “monoposto” a ruote scoperte, per intenderci quelle che poi daranno origine alla Formula 1.

La manifestazione si sarebbe svolta prevalentemente in Corso Italia, allora in via di definitiva sistemazione, e lungo le vie Carducci (le attuali vie De Gaspari e Righetti) e Nazario Sauro.

Pubblicità, impianti, tribune, premi e iscrizioni, tutto fu preparato per tempo con grande determinazione. Particolare motivo di vanto e attrazione fu la ricca dotazione premi, da quelli in denaro per complessive 70.000 Lire, alle prestigiose coppe del Re, del Principe di Piemonte, del Capo del Governo e del Segretario del P.N.F.

Ma, ahimè a tre giorni dalle prove, Mercoledì 16 Ottobre, un laconico comunicato del R.A.C.I. gelò gli entusiasmi: “Per disposizioni impartite dalle Superiori Gerarchie, il primo Circuito Automobilistico della Superba, che avrebbe dovuto svolgersi domenica prossima al Lido di Albaro, è stato sospeso”.

La notizia, ebbe dell’incredibile. Nel momento cruciale delle sanzioni economiche, “una gara automobilistica avrebbe costituito uno spreco inaccettabile e di indubbio cattivo esempio”, come riportò Il Secolo XIX.

L’anno seguente, tuttavia, gli animi ripresero ad accendersi di entusiasmo e nel 1936 l’idea riaffiorò ufficialmente, ma Genova doveva ancora attendere….

Vi invitiamo a seguire la prossima puntata: Seconda parte: 1937, il sogno diventa realtà

Il VCCL