Il Circuito della Superba

Seconda parte: L'edizione del 1946

Testi di Christian Serrati e Carlo Guastavigna

Visto il grande successo della prima edizione disputata nel 1937, che aveva richiamato anche la partecipazione ufficiale della Scuderia Ferrari, gli organizzatori si illusero che l’anno successivo l’evento potesse avere un seguito.

Ma il destino volle diversamente, le tensioni internazionali si acuirono, poi sopraggiunse la guerra…

La scena passa alle “Sport”

Con il 1946, passata finalmente la stagione dei lutti e delle distruzioni, la vita prese lentamente ad avviarsi verso la normalità, e ben presto gli entusiasmi repressi dagli eventi fecero timidamente capolino tra gli appassionati.

E furono le macchine della categoria “Sport”, più vicine a quelle da usare tutti i giorni, a trascinare la ripresa delle corse.

Il 1946 vide i piloti impegnarsi su queste vetture in molti circuiti cittadini, come ad Asti, Milano, Mantova, Voghera.

Anche Genova non volle essere da meno e il 15 Settembre, organizzò il “2° Circuito della Superba” sul tracciato di Corso Italia ulteriormente modificato.

Il percorso, esteso fino all’incrocio con Via Casaregis, senza più comprendere il tratto lento di Via Nazario Sauro, misurava 4620 metri.

La manifestazione venne riservata alle macchine della categoria “Sport Nazionale” regolamentata in quattro classi: 750, 1100, 1500 e oltre 1500 cc..

A differenza di altri organizzatori, che privilegiarono la disputa di una gara unica con classifiche separate per cilindrata, quelli genovesi preferirono far svolgere quattro corse distinte, radunando quanto di meglio poteva offrire il panorama motoristico del paese nel dopoguerra.

Le “Topolino” in corsa

La manifestazione iniziò con la corsa delle macchine fino a 750 cc. nella quale scesero in campo una ventina di concorrenti, fra i quali i più noti della specialità.

Fu proprio questa classe “popolare” che testimoniò la voglia di rinascita che pervadeva il Paese.

Le vetture erano tutte basate su telai “Topolino”, ma le carrozzerie aerodinamiche e alleggerite, nonché le meccaniche rialesate ed elaborate, ne facevano tante piccole vere auto da corsa! Le più competitive, preparate da Stanguellini o dalla SIATA, erano in grado di raggiungere i 140 Km/h con potenze attorno ai 35 cavalli; visto il contesto storico, meritano quindi un grande rispetto e tanta ammirazione.

La gara, combattutissima tra Sesto Leonardi, il parmense Carlo Pesci, trasferitosi da tempo a Genova, e Piero Avalle fu vinta da quest’ultimo al volante della sua SIATA, che realizzò anche il giro più veloce alla media di 98,882 Km/h; secondo arrivò Pesci, terzo Leonardi. L’entusiasmo del pubblico, era alle stelle!

Le classi 1100 e 1500

La gara delle 1100, per quanto sappiamo tutte o quasi derivate Fiat 508C, si risolse con la vittoria dell’esperto Franco Bertani che con la sua Stanguellini si portò subito al primo posto. Vi rimase per tutta la durata della prova con una successione dei tempi sul giro che migliorarono progressivamente fino a sfiorare il primato assoluto, poi stabilito nella classe oltre 1500 cc.; Bertani disputò il giro più veloce a 103,281 Km/h di media. A nulla valse l’impegno di Guido Scagliarini, futuro pilota Abarth, che alla fine della stagione si aggiudicò comunque il Campionato Italiano. Questi era alla guida di una macchina preparata meccanicamente sempre da Stanguellini, ma dotata di una carrozzeria decisamente più antiquata rispetto alla vettura vincitrice di Bertani, come mostrano le foto annesse.

Poco movimentata fu la corsa delle 1500 in cui Giovanni Bracco, dal quale si attendeva una forte contesa, fu costretto a ritirarsi fin dal secondo giro. Approfittiamo per ricordare il forte pilota biellese vincitore assoluto della Mille Miglia 1952 a bordo della Ferrari 250S berlinetta Vignale.

Tornando alla “Superba”, a vincere fu la Lancia Aprilia di Umberto Casareto seguito ad oltre un minuto da quella di Antonio Bottazzi.

La classe “regina”

Si giunse cosi alla prova delle macchine oltre 1500, le più veloci, ma anche le più difficili da reperire e da gestire.

Visti i tempi, non furono molte le vetture iscritte a questa corsa, e purtroppo non siamo in possesso di un elenco iscritti completo. Fu comunque certa la presenza di alcuni “pezzi” importanti, come la Lancia Astura Spider Competizione di Giuseppe Borelli, l’Alfa Romeo 6c2500 SS Corsa carrozzata da Touring di Pasquino Ermini, nonché l’inedita Stanguellini 2800 sei cilindri di Renato Balestrero, quest’ultima derivata da telaio e motore – profondamente modificati – della Fiat 2800 berlina. Questa macchina, consentirà al pilota toscano di conquistare il Campionato Italiano l’anno successivo.

La corsa fu combattuta tra questi protagonisti, e la vittoria toccò a Ermini, seguito da Balestrero che incalzando Borelli, approfittò di un suo errore per superarlo verso la fine.

“Spettacolo magnifico ed elettrizzante, in un’atmosfera di intensa sportività”: cosi fu definita dalla rivista “Auto Italiana” questa giornata di ritrovati entusiasmo e spensieratezza.

Vi invitiamo a seguire l’ultima puntata: Quarta parte: Il “Circuito” diventa internazionale

Il VCCL