Gita a Cavi di Lavagna

Domenica 10 Novembre 2024

La statale Aurelia inondata di sole ed un paesaggio da cartolina ci accolgono lungo il percorso da Genova con destinazione Cavi.

Il nostro past vicepresidente Giorgio Spina sta garantendo una eccellente transizione al nuovo consiglio. In tal senso, l’intercessione di Giorgio presso “chi conta lassù”, non poteva essere recepita in maniera più benevola.

Un parco vetture di grande interesse fa voltare molti sguardi al suo passaggio, che la cordialità ed il buon umore dei partecipanti ricambiano con trasporto. La palma della longevità va alla Lancia Artena 1934, splendida nei suoi colori verde inglese e nero.

Nonostante l’aria frizzante, qualche capote è sportivamente abbassata. Addirittura, si colgono dubbi tra le signore a bordo se stendere un velo di crema solare. Il traffico è scorrevole e consente di ammirare la nostra Riviera in tutto il suo incanto. Sfilano Nervi, Bogliasco, Pieve, Sori, Recco. Un breve riordino appena superata la Ruta, qualche rallentamento a Rapallo, che si fa perdonare, permettendoci un aristocratico passaggio sul lungomare. Dopo la salita verso Zoagli, eccoci in discesa verso Chiavari e poi via verso Lavagna.

È arrivato il momento di impegnare di più le auto ed i piloti sono chiamati ad usare braccia e gomiti con maggiore intensità, imboccando la strada provinciale verso Santa Giulia, che attraverso Sorlana prima e Barassi poi, ci farà scendere a Cavi. Il percorso cambia: sale, scende, diventa più tortuoso e guidato, transitando tra magnifici boschi, sbucando dall’ombra nella luce scintillante, con il mare che fa ogni tanto capolino da magnifici scorci in quota.

La strada non lascia molti spazi vacanti, ma il fondo stradale è buono, il traffico quasi inesistente. Unica eccezione, un solitario alfista che – in senso di marcia contrario al nostro – si appiattisce con riverente prudenza contro il muro, facilitando il compito dei conduttori.

Eccoci a Cavi, raggiunta in perfetto orario e suscitando forse un velo di sorpresa nel nostro anfitrione Matteo, che ci riteneva più “comodosi” ed ansimanti. Adesso, sa di che pasta siamo fatti!

Con la maestria dello chef di razza, recupera splendidamente, per offrirci le prelibatezze promesse. Intanto, noi parcheggiamo negli spazi che ci sono stati generosamente riservati dalle autorità locali, grazie ai buoni uffici del nostro ristoratore. È il momento delle fatine di Matteo, le sue solerti assistenti. Iniziano a coccolarci con prosecchino, candele di focaccia secca e quadratini di focaccia calda e morbida, il cui unico difetto è di farsi gustare in quantità che potrebbero mettere in discussione la seria degustazione di tutto ciò che seguirà. Ovvero: sontuosi taglieri di formaggi e salumi; trofiette al pesto e ravioli al tocco; delicati hamburger alla carne di fassona doc con verdure, oppure arrosto con patate. Ottimi i vini e deliziosi i dolci, tra i quali la torta di mandorle con gelato di crema e la torta di cioccolato combattono per il primato come Varzi e Nuvolari, lasciando ai sorbetti il ruolo di terzi, deliziosi incomodi. Il pomeriggio si affaccia tra chiacchiere, risate, passeggiatine salutar,i per far meglio sedimentare le molte golosità.

Non mancano lodi al nostro Matteo, che ci congeda- oltre che con caffè e digestivo – con un goloso omaggio: un sacchetto di baci di dama, o di “brutti, ma buoni” a scelta. Vanno a ruba, pure troppo e senza che nessuno arrossisca…

Eccoci ai saluti: il sole si è già abbassato, più di quanto vorremmo, ma gli irriducibili delle auto scoperte non demordono e, rinforzato in maniera adeguata l’equipaggiamento protettivo, si accodano sulla via del rientro ai loro amici, seduti in più confortevoli abitacoli chiusi. Adesso il percorso è solo costiero, senza digressioni in collina.

Viaggiando verso ovest, abbiamo la possibilità di godere un tramonto glorioso, un trionfo di azzurri che sfumano nel blu, celesti, gialli intensi, che virano in arancione e poi nel rosso. Non c’è coda, meglio così. Anche se di fronte a questo spettacolo della natura rimanere fermi, potendo contemplare tanta bellezza, non sarebbe certo un tedio, ma un privilegio raro.

Il VCCL